Cos'è il Reverse Charge?
Il reverse charge, introdotto per contrasare l'evasione fiscale, è un meccanismo che consiste in un'inversione contabile attraverso la quale l’IVA viene versata direttamente dal destinatario della cessione del bene o prestazione in luogo del cedente o prestatore.
Generalmente infatti, il fornitore (cedente) applica l’IVA in fattura affinchè questa venga saldata dal suo cliente (cessionario). Sarà poi cura del fornitore versarla all’erario.
Con l’adozione del reverse charge invece, è possibile invertire questo iter e fare in modo che l’onere di versamento dell’aliquota IVA, allo Stato, non ricada più sul cedente (fornitore) ma direttamente sul cessionario (cliente) per conto del cedente. Affinché il meccanismo sia applicabile, entrambi gli operatori devono essere soggetti passivi IVA.
Come funziona il Reverse Charge ?
Il cedente/prestatore soggetto passivo IVA emette regolare fattura non indicando l’IVA in quanto soggetta a reverse charge.
Il cessionario/committente soggetto passivo IVA invece, procede all’integrazione della fattura ricevuta riportando la corretta aliquota IVA.
Inoltre, il cessionario/committente deve registrare il documento integrato con IVA sia sul registro IVA vendite che in quello degli acquisti.
I soggetti privi di partita IVA, ovvero, privati sono esclusi dal reverse charge. Quindi, ad esempio, sono escluse le operazioni poste in essere da un soggetto passivo IVA nei confronti di un privato (soggetto sprovvisto di partita IVA ovvero che non la utilizza ai fini dell’operazione di acquisto)
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